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Asilo e…disturbi da inserimento

A conti fatti, il primo giorno d’asilo non è stato assolutamente un problema. I “guai”, se così possiamo chiamarli, sono arrivati in seguito.

 
Ho visto Fabio combattuto tra la voglia di cominciare la nuova avventura e la paura di diventare grande. Ultimamente ogni tanto mi dice:”Mamma, io sto diventando grande!”. “Eh sì amore” gli rispondo, e lui “Anche tu mamma stai diventando grande!”, come per cercare rassicurazione nel fatto che tutti crescono.
 
Il primo giorno d’asilo ha giocato un ruolo fondamentale la novità. Fabio si aspettava di trovare tanti bei giochi, diversi da quelli che ha a casa. Così è stato e lui si è distratto proprio giocando, almeno per la prima mezz’ora. Poi è iniziata la malinconia.
 
I giorni seguenti Fabio ha cominciato a manifestare alcuni segnali di “stress da asilo“:
 
– Pianto inconsolabile al momento del distacco la mattina in classe;
 
– Frequente bisogno di contatto con la mamma a casa, del tipo: “L’acqua me la da la mamma!”, “Le scarpe me le toglie la mamma!”, La merenda me la da la mamma!”, “Tu non sei la mia mamma!”;
 
– Ripetizione continua della routine dell’asilo: “Io gioco, quando suonano le campane mettiamo a posto i giochi, andiamo a mangiare, poi ci sediamo e arrivano le mamme…”
 
– “Mamma, io sono molto contento quando mi vieni a prendere!”
 
– Difficoltà ad andare a dormire, mai manifestate prima: “Mamma, stai un po’ con me sul letto!” “Io non voglio andare all’asilo! io voglio stare a casa per sempre!”
 
– Mal di pancia notturno, seguito dalla richiesta di stare un po’ sul suo letto o di venire nel lettone, cosa mai successa prima d’ora.
 
Il nostro modo, sicuramente imperfetto ma per ora efficace, di reagire a questi segnali è la completa serenità. Non perdiamo la pazienza per le sue richieste e non lo sgridiamo quando piange perché non vuole andare all’asilo; cerchiamo di fargli qualche coccola in più e lo rassicuriamo sul fatto che gli vogliamo bene e che andare all’asilo è davvero una bella esperienza.
 
Dopo tutto, proviamo a pensare a un bambino abituato a stare con i genitori, i nonni, gli zii e i cuginetti, che si trova catapultato nel mondo della scuola…Per quanto sia scuola “materna”, è sempre strutturata come una scuola: una classe, bambini sconosciuti, maestra sconosciuta, grembiule, regole diverse da quelle di casa, attività nuove.
Un po’ di ansia è del tutto normale, la proviamo spesso anche noi adulti di fronte a una nuova esperienza, figuriamoci un bimbo di -nemmeno – tre anni!
 
Vedere però la serenità delle maestre nel trattare con i bimbi spaesati e piangenti mi rassicura molto e mi fa capire che questa è la strada giusta.

Tra l’altro, l’asilo sta compiendo un miracolo culinario…Fabio mangia pietanze che a casa non assaggerebbe nemmeno sotto tortura, e dice anche che sono buonissime!
 
Tante nuove avventure ci attendono! 🙂
 
A presto,
 
Adele
 

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