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Maschi contro femmine?

Cominciamo da qui…

In principio siamo tutti femmine. E’ il cromosoma Y che fa la differenza, a partire dalla sesta settimana di gestazione. Alla dodicesima, i giochi sono fatti.
Le basi scientifiche della differenza tra i sessi ci sono, e le frasi fatte e i luoghi comuni in merito si sprecano. Li senti fin da quando, col pancione, sveli a parenti, amici e conoscenti – ma anche perfetti sconosciuti – se sarà maschio oppure femmina.
“Le femmine sono più tranquille, i maschi terremoti.”
“La bimba sarà la cocca di papà, il maschio è un mammone!”
“Le femmine parlano tanto, e prima dei maschi.”
“I maschi sono più semplici (tra le righe leggi sempliciotti) e facili da gestire”
Le differenze indubbiamente ci sono. Gli esperti spiegano, infatti, che il cervello maschile è diverso da quello femminile: i maschi, per esempio, sviluppano di più le aree predisposte al pensiero razionale e le connessioni logiche, le femmine l’ambito del linguaggio e della parola.
Tanti, tuttavia, sono anche gli stereotipi. Perché un conto sono le differenze di sesso e un conto quelle di genere, cioè il significato che l’essere uomo o donna assume in un certo contesto e in una determinata cultura o epoca.
I corpi di uomini e donne sono evidentemente diversi e programmati per funzioni diverse, ma il cervello dei bimbi è talmente plastico che ogni minima differenza può venire rafforzata dall’intervento di genitori, amici, educatori, in modo più o meno consapevole.
Ci verrebbe mai in mente di regalare a un maschio un bambolotto o a una femmina un bel set di macchinine? Oggi è certamente più frequente rispetto al passato, ma molti hanno perplessità a riguardo. I miei figli maschi hanno una cucina giocattolo e a disposizione le mie vecchie bambole (che puntualmente scaraventano  terra, ma questo è un altro discorso), ma nel loro caso macchinine e camion vincono a mani basse.
Credo che in generale i genitori siano contrari a un’educazione che inasprisca la divisione tra maschi e femmine, soprattutto nel gioco, ma il dubbio resta tanta…Nessun problema per i giochi unisex come costruzioni o lavagnette magnetiche, ma siamo certi che tutti i papà digerirebbero facilmente la passione dei loro ometti per bambole e pentolini?
La domanda che rimane in sospeso è “Non è che poi diventa omosessuale?” Prescindendo da qualsiasi connotazione si voglia dare all’omosessualità, gli psicologi dicono “no”. E se ci ragioniamo su anche solo un momento lo comprendiamo anche noi: il percorso che ci porta a diventare uomini e donne è lungo è complesso, non certo riducibile alle scelte dei giochi o ai colori dell’abbigliamento!
In ognuno di noi c’è un po’ di rosa e un po’ di azzurro e i bambini, a partire dai tre anni, cercano la propria identità provando atteggiamenti da maschio e da femmina. Rispettiamoli senza appiccicargli fastidiose etichette!
Facciamo piuttosto capire ai nostri figli che essere maschio ed essere femmina ha lo stesso valore, perché siamo sì diversi, ma ugualmente importanti.
L’esempio è come sempre la prima strategia: la mamma lavora, così come fa papà, ed è capace di cambiare una lampadina; il papà può fare il bucato e stendere i panni, la mamma guida la macchina, il papà cucina e a volte si veste con un tocco di rosa.
La Lego ha lanciato una linea di mattoncini dedicata alle bambine, ovviamente rosa, e le femministe hanno gridato allo scandalo. Ma non sarà certo il rosa a sminuirci! Anche io ho giocato con la Barbie, ma non per questo è diventata il mio modello di donna. E’ vero che la mercanzia per le bimbe, tra giochi e abbigliamento, è spesso leziosa, ma in fondo sono io genitore che decido cosa comprare, usando un po’ di buon senso.
In ogni caso, io ho due maschietti e trovo che anche per loro le proposte siano piuttosto stereotipate, oltre che un po’ noiose, soprattutto nel campo dell’abbigliamento…In un tipico negozio di abiti per bambini, notiamo stand a perdita d’occhio per le femmine (che io sbircio comunque) e giusto l’indispensabile per i maschi. 
Niente stereotipi, ma nemmeno forzature, quindi.
In un asilo svedese ogni elemento di diversità tra maschi e femmine è stato eliminato, dai colori all’abbigliamento. Boh.
Scopro poi che da qualche anno, anche in Italia, stanno rinascendo le classi omogenee, formate cioè da soli maschi e sole femmine, e che l’opinione dello psicologo, in questo caso Fabio Sbattella, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, è positiva, perché:
Maschi e femmine hanno comportamenti, interessi e modalità di apprendimento molto diversi e ci sono momenti nella vita, come quello delle elementari, in cui i bambini sono poco inclini all’altro sesso e devono invece rafforzare la propria identità attraverso attività che li valorizzino. (…) Ora che viviamo in un’epoca giustamente promiscua, significa valorizzare i pregi degli uni e degli altri“.
Dunque, qual è la soluzione? Tu cosa ne pensi?
E i nostri figli, da adulti, si troveranno a dover combattere con gli stereotipi di sempre?
Maschi contro femmine…
O femmine contro maschi?
 
A presto
Adele

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  1. Un autocommento: alla riunione per l'inizio dell'asilo la direttrice illustra i giochi presenti nelle classi e dice: “Poi c'è l'angolo cucina, per le femmine”. Non ho osato chiedere, ma…è solo per le femmine? Non è contemplato che i maschietti possano giocare a cucinare? Sarà stata sicuramente una frase detta senza pensarci troppo, ma mi sembra proprio tipica degli stereotipi che non riusciamo a toglierci di dosso. E con tutti gli uomini che cucinano a casa propria e tutti gli chef che si vedono in tv poi!E i papà, pensate che comprerebbero una cucina giocattolo ai loro maschi?

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