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Intelligenza emotiva, 10 mosse per svilupparla

E’ una coppia di parole che mi è sempre piaciuta, un concetto che mi ha sempre affascinato. Così mi sono informata un po’, per capire quanto sia importante per una mamma imperfetta che ha due bimbi da crescere, e ho scoperto che…


E’ un dono della natura, ma può essere coltivata, e il genitore giardiniere può fare molto per favorire nei figli lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, fin dai primissimi anni di vita.

Ma cos’è questa intelligenza emotiva?

E’ la capacità di comprendere le emozioni, nostre e altrui, a livello profondo e di gestirle al meglio, per esempio esercitando un certo autocontrollo su quelle negative, come la rabbia.

Pensate…chi non sa gestire la rabbia prova, una volta passata la crisi, una sensazione di vuoto e addirittura umiliazione, che può abbassare il livello di autostima. E chiunque, bambino o adulto, non riesca a gestire la rabbia suscita sempre disapprovazione negli altri, e può arrivare a non piacere più neppure a se stesso.
Com’è una persona che ha sviluppato l’intelligenza emotiva?
E’ una persona empatica e quindi simpatica!
L’empatia è la capacità di entrare velocemente in sintonia con gli altri, di comprenderne profondamente i sentimenti, di ascoltarli con vero interesse.
E’ una persona che desidera creare una vita di relazione appagante, basata su affetto e condivisione.
Ma com’è un bambino con ottime potenzialità di sviluppare l’empatia?
E’ un bambino che osserva molto le persone, attento ai discorsi degli adulti e capace di non interrompere di continuo, che sa aspettare il proprio turno, che ascolta con interesse una fiaba.

I bambini così risultano subito simpatici, e la simpatia è una dote che spiana molte strade nella vita.

Perchè è importante favorire l’intelligenza emotiva in nostro figlio?
Perchè l’intelligenza emotiva aiuta a diventare adulti inclini alla felicità, che sanno godere con entusiasmo della vita, anche nelle piccole cose, e che sanno creare rapporti appaganti e soddisfacenti con gli altri.
Possedere le abilità relative all’intelligenza emotiva significa sviluppare una personalità vincente, cioè capace di trasformare i desideri in obiettivi, d’impegnarsi per realizzarli e di fare scelte vantaggiose per se stesso, senza essere né prepotente, né arrogante.
Un bambino che impara a gestire le proprie emozioni potrà prevenire disagi psicologici e difficoltà nelle relazioni con gli altri. Vi sembra poco?
L’intelligenza emotiva contraddistingue poi i bambini leader, con un buon livello di autostima, che sanno affermare con determinazione le proprie idee e che dimostrano autocontrollo, una dote che suscita rispetto e considerazione.
Un bambino con una buona intelligenza emotiva sa organizzare l’attività di gioco, da solo e con i coetanei, sa andare d’accordo con bimbi dai temperamenti più diversi ed è molto cercato dagli amichetti, perchè sa tenere un gruppo unito, mediando le divergenze.
Il consenso dei coetanei aiuta molto lo sviluppo dell’autostima, e crescere sicuri di sé è un bel vantaggio!
L’ambiente in cui nostro figlio cresce, e noi genitori soprattutto, possiamo influenzare molto lo sviluppo della sua intelligenza emotiva.
Come fare?
Ecco 10 regole d’oro:
1. Passiamo più tempo possibile con i nostri figli, per stimolare la loro sfera emotiva. E’ vero che conta la qualità del tempo, ma anche la quantità è importante!
Io lavoro soprattutto da casa e quindi mi godo molto tempo con i miei bimbi, è bellissimo, anche se faticoso! Ovviamente però devo impegnarmi perchè sia il più possibile tempo di qualità…
2. Non teniamogli mai il broncio, il “muso”, per punirlo o disapprovarlo, perchè così gli insegnamo la chiusura nei confronti del mondo. Nostro figlio, invece, ha bisogno di imparare che per risolvere un problema è fondamentale mettersi in gioco.
Mai tenuto il broncio finora…
3. Mettiamo dei “paletti”. Pretendiamo con decisione che rispetti poche, giuste e semplici regole, adeguate alla sua età. Il bambino ha bisogno di capire che ci sono limiti che non vanno superati, per il proprio bene.
Con Marco, il piccolo, è ancora presto, e con Fabio, poco più di due anni, le regole sono davvero poche: lavarsi le mani, i denti, non fare i capricci, non fare richieste con voce lagnosa. Gli esiti sono altalenanti ma persevero.

4. Siamo affettuosi con nostro figlio e tra noi genitori, prodighi di sorrisi e baci, e siamo espansivi con gli amici, in modo che il bambino impari a guardare il mondo con allegria e fiducia.
Su questo punto sono brava…molto affettuosa, baci e abbracci a volontà! Addirittura, prima di avere figli mi chiedevo come si potesse trascorrere un solo minuto senza farsi una coccola, poi ho capito. 
5. Permettiamo a nostro figlio di avere desideri, imparerà a pregustare le cose. Non compriamogli tutto, ancor prima che lo chieda.
Non gli compro quasi nulla e lui per ora non chiede…oltretutto Fabio è entusiasta di poter usare vestiti e giocattoli dei suoi cugini più grandi! Per ora quindi sono salva…

6. Non critichiamo mai duramente qualcuno davanti a nostro figlio. Quando disobbedisce, disapproviamo le sue azioni, non lui, dicendo per esempio “Quello che hai fatto è sbagliato” e non “sei un disastro!”.

Devo dire che su questo sono molto attenta, è uno dei primi consigli di Sos Tata che mi si è impresso nella mente!

7. Non assumiamo atteggiamenti arroganti o superbi con qualcuno, almeno quando è presente nostro figlio. Facciamogli invece capire che è importante e bello essere gentili e affabili con tutti.

Se non mi va di essere affabile con qualcuno magari divento un po’ freddina, ecco, qui devo darmi da fare allora!

8. Quando nostro figlio è in difficoltà , insegniamogli a modificare il suo atteggiamento, e non a cercare invano di cambiare la situazione. Se desidera il giocattolo di un altro bambino, può chiederglielo in prestito, anzichè strapparglielo di mano.

Mio marito pretende di farlo anche con Marco, 8 mesi e mezzo, incitandolo per esempio ad aggirare gli ostacoli che incontra nei suoi tentativi di ficcarsi negli angoli più nascosti della casa. Immancabilmente il bambino rovina sull’ostacolo, spesso si fa male, ma mio marito insiste.

9. Facciamo sentire a nostro figlio che lo capiamo e che comprendiamo i suoi atteggiamenti. Non sottovalutiamo mai le sue emozioni, positive e negative.

Consolo sempre Fabio quando piange perché qualcosa non va come lui vorrebbe. Mi accorgo che sta imparando cosa significa essere contenti, divertiti, arrabbiati o tristi, emozioni che attribuisce in maniera sensata a mamma, papà e fratellino.

10. Permettiamogli di avere tanti amici e siamo sempre cordiali e affettuosi con loro. Insegniamogli a condividere i giochi, le merende e a trovare compromessi che possano soddisfare tutti.

I miei bambini frequentano i figli dei nostri amici, ma non sono ancora in grado di giocare davvero insieme a loro. Anzi, Fabio comincia ad affermare a gran voce “E’ mio!” quando il fratellino osa toccargli un gioco…


Se ci riflettete, questi sono comportamenti che, oltre a favorire i nostri figli, fanno vivere meglio anche noi.
E allora?

Diamoci da fare!

E se volete riderci un po’ su, vi consiglio questo video, che parla di intelligenza emotiva in tono ironico, ma seriamente!

Adele

Foto di Master isolated images
e photostock

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