Questa settimana il duenne, provetto pesciolino da più di un anno, ha cominciato una nuova avventura in piscina: il corso in vasca senza genitore.
Quando ci hanno consigliato di farlo provare, prima di Natale, a me sembrava ancora così piccolo, da non potercela fare.
Ricordavo il pianto inconsolabile del fratello maggiore il primo giorno in cui era entrato in piscina da solo, quando aveva solo pochi mesi più di Marco ora.
E quindi ho subito sbagliato, perché ho fatto un paragone con l’altro figlio, senza tenere conto che il piccolo fino ad ora si è dimostrato decisamente più spavaldo.
Ogni bambino è unico, e ne ho avuto la prova anche stavolta.
Il giorno in cui avrebbe dovuto iniziare il corso nuovo, ho scoperto che Marco avrebbe cambiato anche gli istruttori, e questo fatto ha reso più cupe le mie previsioni su come sarebbe andata la prima lezione.
Niente di tragico, s’intende, stiamo parlando di un divertente corso di acquaticità per bambini e, nello specifico, di un duenne che adora la piscina.
Semplicemente, mi aspettavo urla e strepiti, se non il rifiuto di entrare in vasca. Le mie fosche previsioni si basavano anche sulle parole del duenne in persona che, alla mia entusiastica descrizione del nuovo corso che avrebbe iniziato e del fatto che sarebbe entrato da solo in piscina, come il fratello maggiore, mi ha risposto con la sua solita determinazione:
“Assolutamente no! io entro in piscina con il papà!”
Siamo arrivati con un po’ di anticipo e Marco mi ha subito stupito, standosene tranquillo in braccio a me ad aspettare di poter scendere nel piano vasca.
Ancora si ostinava a dire un secco no all’idea di entrare in acqua senza il papà e, per questo, quando ci siamo avvicinati alla piscina temevo il peggio.
E invece…chiamato dalle due istruttrici, che non conosceva, si è seduto sul bordo della vasca sorridendo, ha cominciato a battere i piedi schizzando dappertutto e ha iniziato sereno la lezione.
Certo, ogni tanto usciva dalla vasca di sua iniziativa, o scagliava qualche giochino in testa a un altro bambino, ma si è divertito e ha fatto quello che le insegnanti gli chiedevano di fare.
A me, seduta a bordo vasca a osservarlo sguazzare per la prima volta senza di noi, non sembrava neanche più il “terribile duenne” che conosco, e che si ribella a oltranza quando qualcosa non gli sta bene.
Stupita, mi sono accorta che sta diventando grande, e alla felicità si è unita subito una piccola stretta al cuore.
Non è che puoi rimanere piccolo ancora per un po’?
Insomma, è andata bene, molto meglio del previsto.
E meno male che mi ero tenuta per me le mie pessimistiche aspettative su quello che sarebbe successo!
Non ne ho mai parlato davanti a lui, perché so che il potere delle aspettative è enorme e che i bambini tendono a conformarsi all’immagine che noi genitori abbiamo di loro, nel bene e nel male.
Se mamma e papà dicono che io sono così, sarà vero! pensa un bambino, che da piccolo vede nel genitore una sorta di supereroe.
Qualunque cosa ti aspetti da te stesso e dagli altri, ti predispone e li predispone a realizzarla.
Considera tuo figlio come la bella persona che è e che sarà, e trattalo come se fosse già quello che desideri che sia. Potresti avere delle belle sorprese, e lui si sentirà amato e degno di amore 🙂
A presto,
Adele
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